Disgelo

Toh, primavera. Fuori, le prime foglie punteggiano di verde siepi ed alberi. Nella cartella delle bozze, post marzolini iniziano ad appassire, mezzi scritti. Sarà meglio che mi sbrighi.

L’inverno è stato mite, meritandosi uno o più articoli del tipo “l’x° inverno più caldo degli ultimi y anni!”, di solito per x < y. Mi aspetto si perdano fra le mille cose di cui dovremmo preoccuparci: clima, guerra, economia, antibiotici, insetti... il tipico jackpot. La catastrofe, normalizzata. Una pigrizia generale ha velato la stazione con una sensazione di ostacolo. Ne discutevo di recente con il Venza: la fatica di uscire dal tracciato dell’abitudine ed intraprendere cose nuove, aggravata dalla consapevolezza che l’ostacolo sia principalmente interno, e dal fastidio che quest’ultima genera. Diluito nel tran-tran durante la giornata, l’ostacolo si sedimenta verso sera in un misto di malumore ed inazione: nessuna attività sembra la soluzione giusta.

Come reazione alla staticità ed alla poltrona, mi sono impuntato. Ho preso considerazioni come “no, non è interessante" o "non è una buona idea” e le ho etichettate come pensieri inaffidabili: capitano, sembrano validi come gli altri, ma è bene ignorarli. Ho accettato più o meno ogni proposta che mi passava davanti: un viaggio a Berlino, ancora mezzo da organizzare, telefonate con gente, andare al cinema, giornate in compagnia, un pranzo sul prato umidiccio. Spolvero la chitarra, mi infilo in (poco affollati) meet ups, pedalo sotto la pioggia per incontrare gente. Per quanto lo trovi monotono, potrei anche rimettermi a correre—meglio del continuo attendere l’esercizio perfetto.

Nessuna di queste cose è soluzione all'ostacolo. Ma nella massa mi portano a muovervi, parlare con altra gente, espormi ad esperienze nuove. Anche se magari devo soffrire un volo Ryanair alle 8:30 di mattina. La massa guadagna momento, ed abbatte l’ostacolo. Dire di si fa avvenire cose; dire di no genera pomeriggi in casa che vanno bene nel buio di Dicembre, ma ora sono uno spreco. Mi sbrigo a sbrinarmi, perché in Scozia senti sempre che l’autunno è vicino.

Forse devo approfittare di questo spirito per organizzare una camminata, visto che fallisco nel tentativo da anni. O più di una: meglio non caricare troppa responsabilità su un singolo evento, ma farne una pratica ripetibile e migliorabile.