La ricerca di un tablet

Come ogni sala che si rispetti, anche la mia ha un tavolino Lack. Sul suo ripiano secondario si nascondono di solito i libri che sto leggendo, ma da poco più di un anno c’è anche un altro ospite: un tablet.

La mia relazione con i tablet è lunga e variegata. Lo considero un dispositivo incerto ed ambivalente. Mi ha deluso più volte—in particolare come amante della tastiera—ma ne sono anche attirato. All'inizio era l’idea di leggere seduto comodo, invece che alla scrivania. Dopo i primi esperimenti, ho scoperto l’utilità di avere un dispositivo secondario e limitato: senza posta, messaggi, e l’infinito numero di cose poco importanti con cui si può perdere tempo—configurazione, strumenti, fixini. Meglio ancora se si può espandere, ed usare come un computer vero e proprio. Anche Interagire con documenti ed immagini con una penna sembra utile, ma fin’ora la cosa non mi ha soddisfatto.

Descrivendolo così, sembra una cosa difficile da trovare. In effetti, la quest è cominciata 15 anni fa...

Le antiche tavole

IBM ThinkPad X61t Era ancora marchiato IBM

Sono saltato sul treno dei tablet nel 2007, prima ancora il formato moderno prendesse forma: il mio fidato ThinkPad X61t era un convertibile. L’ho usato principalmente come portatile, ma ho letto un po' di PDF e fumetti sul divano. Il peso e lo schermo touch resistivo purtroppo lo rendevano goffo in questo ruolo. Con la penna ho solo firmato qualche documento, ritoccato un paio di foto, e finito Crayon Physics e Chalk con facilità. Con il senno di poi, avrei potuto comprare l’X61 normale, risparmiando ed alleggerendomi di tre etti.

Nel 2015 dismetto il convertibile e passo ad un normale portatile. La curiosità però rimane, ed acquisto un vero tablet, con l’idea di usarlo per leggere. Scelgo lo Yoga Book 2, che ha un furbo design che mette il baricentro vicino alla mano, diminuendo la leva sul polso. Era un piacere da usare, ma c’erano due problemi: processore e disco (eMMC!) lenti da una parte ne limitavano utilizzo ed upgrade, dall'altra i browser non si erano ancora adattati a tablet e schermi piccoli. L’unico usabile, assurdamente, era il “Modern Internet Explorer” senza un futuro. Accoppiato ad una tastiera bluetooth mi segue in Giappone. Aggiustare qualcosa via SSH su un accrocchio tecnologico, la notte, seduto in un mini-appartamento di un palazzone di Tokyo? Fatto ✔

Rimane in onorevole uso per 3-4 anni, poi finisce in un angolo. Offeso, oggi rifiuta di accendersi.

Altri tentativi

Lenovo Yoga Book Si, ho provato tutte le posizioni—No, era lento in tutte

Nel 2016, una breve parentesi: la curiosità mi spinge a comprare uno Yoga Book semi-nuovo su eBay. È l’hardware più bello che abbia mai avuto in mano: un sottile quaderno nero e metallico, che si apre lungo un complesso e solido cardine. Dentro, due superfici nere e lucide: da un lato lo schermo, dall'altro una tavoletta grafica che può mostrare i contorni di una tastiera. Il tutto spesso meno di un centimetro. Ed in qualche modo, un fallimento: per me, la tastiera piatta; più in generale, l’ennesimo processore Atom, che neanche quattro core possono salvare. Windows 10 dei primi tempi lo rende un tablet così-così, non funziona per scrivere, e dopo neanche un mese ritorna su eBay. Lo rivendo più o meno allo stesso prezzo, forse condannando qualcuno ad una simile esperienza.

Boox Note Air Uno schermo molto bello, ma non in movimento

Un po' deluso a questo punto, abbandono la quest. Ma gli anni passano, ed appaiono nuove tecnologie come USB-C e schermi e-ink con un refresh più rapido. Nel 2021 mi lascio tentare dal Boox Note Air: un tablet e-ink mi sembra l’oggetto giusto per leggere epub e articoli sul web. Viene con una penna, riconoscimento della scrittura, ed Android. Posso attaccarci una tastiera e se voglio uno schermo più grosso. Ma la latenza è un problema aggravato fra Android, il processore e lo schermo. L’e-ink è ancora troppo lento per scrollare una pagina web, neanche a saltoni. Anche come word processor non è all’altezza, ed Android è un nuovo mondo di app che non vanno d’accordo né con l’e-ink, né con me. Rivendo anche quello dopo poche settimane.

Recidivo

Ci sono voluti quattro tentativi, ma ho imparato la lezione: la bassa latenza è essenziale, l’e-ink no; il processore è importante, così come l’avere una tastiera sensata. Voglio un sistema operativo che mi lasci usare il software che voglio, ed un file system accessibile—non sopporto l’handicap di Android o iOS.

Microsoft Surface Go 3 Fa il suo dovere, ed a volte basta quello

Alla fine del 2021 attraverso il Rubicone della Microsoft ed ordino un Surface Go 3. Ci installo Vim ovviamente, poi un lettore di epub, e mi accontento di Edge. E funziona: lo schermo ha un’ottima definizione, il sistema non ha problemi a mostrare pagine web, libri, filmati, e Skype quando serve. In un viaggio più lungo può fare da intrattenimento—collaudato con Ticket to Ride in volo. Sei mesi dopo ci aggiungo una delle sue tastiere, ed installo Obsidian come editor Markdown.

È una buona combinazione di processore, disco, e design: è scattante con tutto il software che mi interessa usare; il supporto lo rende più flessibile anche in poltrona, creando varianti sulla tipica presa “tavoletta”; la tastiera, per quanto leggera e sottile, è mille volte meglio di una virtuale. Lo posso attaccare allo stesso dock che uso per lavoro, guadagnando 34” di schermo, tastiera, e mouse.

Riposa in sala, dove è oggetto di consumo: destinazione di feed RSS, articoli salvati su Pocket, di tanto in tanto un epub. Mi segue in viaggio, dove è più produttivo. Ogni tanto finisce in un pensile della cucina, ad altezza occhio, per videochiamate. Approvo quando un singolo oggetto riesce a riempire più di una nicchia.