Prima che sia troppo tardi

Avendo cominciato l'anno con grandi piani di scrittura, gli ultimi due mesi di vuoto mi crucciano abbastanza. Ma così va il 2022. Mi siedo però questa sera, deciso a non lasciarmi distrarre dalle cento cose che potrei leggere, fare, riordinare o che altro. Ci siamo.

Marzo ed Aprile sono spariti, boh, nel generico e poco costruttivo preoccuparsi per l'Europa Orientale. Pian piano mi sono adattato, e di questi tempi riesco di nuovo ad ignorare le notizie per qualche giorno di fila. Il tradizionale "preoccuparsi della pandemia" invece continua più o meno allo stesso livello, attizzato dallo sparire di ogni restrizione e precauzione. Ma anche li, decidere quale sia il mio limite ha stabilizzato la situazione: maschera in negozi e mezzi, incontrare 2-3 persone al chiuso, di più all'aperto.

L'ufficio continua a non attirarmi, quindi approfitto della politica lasca della ditta dove lavoro. La mia postazione di lavoro casalinga si è evoluta fino ad includere il lusso di una scrivania motorizzata, che sostituisce il supporto per la sola tastiera e porta lo schermo all'altezza giusto. Il mio collo ringrazia.

Mi sono accontentato per un paio di settimane quando sono sceso in Italia per un esperimento: invece di prendere ferie, ho continuato a lavorare. Speravo che cambiare aria fosse sufficiente a rinfrescarmi, e che lavorare 9-5 mi lasciasse sufficiente tempo da spendere con la famiglia, e per incontrare gente. Direi che ha funzionato, quindi conto di ripetere la cosa in futuro, e dedicare invece i giorni di ferie a viaggi e nullafacenza.

Giusto settimana prossima, faccio un passo in Norvegia a visitare l'altro lato della famiglia. Non vado a nord da prima della pandemia, e spero di scampagnare un minimo nella foresta più raggiungibile. Affilerò la macchina fotografica. Al ritorno, una nuova scusa per non scrivere: l'avventura del LASEK