A Short Hike
Si, ho visto le monetine da raccogliere
Il mio interesse per i videogiochi si è negli anni riposizionato, portandomi ad ignorare il mondo dei grandi titoli dalla grafica più avanzata, a favore delle più modeste creazioni di piccoli sviluppatori, indie e non.1 Fissato il requisito “senza DRM”, mi aggiro di solito su GoG ed itch.io, dove l'anno scorso ho acquistato un enorme bundle.
Luccicante nella massa, ho subito notato A Short Hike: un breve gioco in cui si esplora un isola, un parco naturale a fine stagione, con l'obbiettivo di raggiungere la cima di una montagna. Non ci sono nemici o pericoli di alcun genere, i sentieri sono marcati, e la montagna è immancabile, al centro dell'isola. Si può completare in un paio di sessioni, eppure è rimasto con me, e nei mesi sono tornato a visitarlo più volte. Perché?
Il gioco ha un'idea molto precisa in testa: non c'è fretta, non ci sono contatori che scendono o salgono con urgenza, non ci sono percentuali da riempire. C'è una generale sensazione di pace e freschezza, che genera curiosità. Ed il parco è pieno di dettagli a cui applicarla. Mi ricorda la prima volta che ho visitato Vvardenfell, l'isola di Morrowind, scalando ogni montagna, attraversando ogni palude, investigando ogni rovina, caverna. Anche su sull'isola di “A Short Hike”, esplorare è ben ricompensato. Il mondo è vivo: pieno di piante, pesci nei fiumi, con sole e pioggia e vento che soffia. E siccome il protagonista è un volatile, il cielo è navigabile e le correnti d'aria sono un'importante elemento.
I dettagli abbondano e suggeriscono la storia del luogo e dei personaggi che vi risiedono. Ci si può fermare a parlare con essi, per scoprire le loro storie, o per perdersi nelle side-quest. Ed ognuna di queste è originale e simpatica, ed invece di incrementare qualche statistica astratta, oppure sbloccare un'area artificialmente separata dal reso, di solito apre nuove attività: un mini-gioco, uno strumento per interagire con il mondo, un modo di esplorare l'isola.
E così ho vagato, di tanto in tanto, lungo questi sentieri. A volte senza meta, se non per seguire una stradina che prima non avevo notato, o per raggiungere un luogo noto da un lato diverso. C'è un tasto per correre, ma si usa di rado. Forse è un gioco che offre la calma che non si trova altrove, od il verde che la città possiede solo parzialmente. O le interazioni che abbiamo messo in sospeso. O nulla di tutto questo, e semplicemente mette a disposizione sentieri e scogliere e pareti da scalare, e ci lascia la libertà di scegliere.
È un gioco dove ci si può sedere a pescare sulla riva di un lago, o del mare. E se devo lamentarmi di qualcosa, è dei i pesci che abboccano troppo presto.
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Forse i più recenti Homeworld e Shadow Warrior contano come giochi grossi? ↩