Articoli per dicembre 2020

Perdido Street Station

China Miéville, 2000

La coda dei libri non letti, sparsi un po' per la sala, è lunga, ma La Situazione mi ha aiutato a consumarla. Ad Ottobre mi sono ritrovato con poca scelta, così ho deciso di avventurarmi in centro ed andare in libreria, senza un piano preciso. Incerto su cosa volessi leggere, sono stato attratto dalla costa verde limone di Perdido Street Station. Spessa più di cinque centimetri, mi ha attirato tipo falena.

Il libro appartiene ad una trilogia fantasy e steampunk di China Miéville. I tre volumi sono ambientati nello stesso mondo, ma non strettamente collegati, ed avevo pensato di leggerne uno a caso. Mi è capitato il primo: quello verde limone, ma anche l'unico che era sullo scaffale.

La storia si svolge nella città di New Crobuzon, abitata da numerose specie intelligenti e vagamente umanoidi. Forse un po' troppo simile a Londra, fra quartieri, mezzi di trasporto, ed il fiume che la attraversa. Ma piena di interessanti dettagli, stradine laterali, fantasiosi edifici. Al centro, l'enorme stazione ferroviaria che si è espansa in modo organico ben oltre Perdido Street, ed è cresciuta per essere l'edificio più alto, massiccio e misterioso della città. Una mostruosità è messa in libertà per errore, ed i nostri poco esperti eroi cercano di salvare la metropoli. Ad aiutarli criminali, ragni multi-dimensionali, aspirapolveri. E siccome è fantasy, da qualche avventuriero professionista.

I don't trust them, though. Thrill-seekers. They court danger. And they're quite unscrupulous graverobbers for the most part. Anything for gold and experience.

La storia è piacevole, e l'ambientazione ottima. C'è una spolverata di orrore ma non troppo, e si incontrano mille creature e storie curiose. Ma qualcosa non mi ha convinto nei personaggi. Al centro dell'attenzione ci sono un paio di protagonisti, ma il resto li segue trascinato dalla narrativa, ed alcuni si perdono per strada. Come se l'autore avesse troppe idee e volesse inserirle tutte. Ma 800 e più pagine non sono bastate, e la conclusione mi lascia soddisfatto solo in parte.

“Perdido Street Station” è il terzo libro di Miéville che leggo, e forse quello che mi lascia di meno. Ma contiene la frase:

The cheese was under threat.

Virtual Light

William Gibson, 1993

È interessante vedere come i libri di fantascienza possano invecchiare in modi diversi. Virtual Light è stato pubblicato nel 1993, e descrive un futuro non troppo lontano, che potrebbe essere il nostro presente. Non lo è, ma è un sensato universo parallelo, particolarmente dal nostro punto di vista, noi che abbiamo visto il 2020. Avessi letto questo libro un anno fa, ne avrei un'impressione alquanto diversa.

People. Just too goddamn many of ’em, Scooter. Flying all the fuck over everywhere and walking around back in there. Bet your ass somebody’s gonna pick up a bug or two. Every place on the damn planet just a couple of hours from any other place.

Nel libro l'HIV ha ucciso milioni di persone. Ad un certo punto è arrivato un vaccino, la cui storia ha assunto un significato religioso. Ma non è la sola epidemia. Nelle strade del futuro, tutti gli abitanti indossano mascherine. Il lettore esperto del 2020 approva annuendo, ma la sua esperienza è diversa. Nelle strade del presente, le mascherine sono sopportate a malapena, spesso indossate incorrettamente, al centro di contestazioni. La gente si stanca, l'attenzione perde colpi.

La storia segue un piccolo gruppo di sfortunati personaggi e piccoli criminali, che rimangono impigliati in qualcosa di grosso. Sullo sfondo, televisioni con troppo potere, grosse ditte con troppe informazioni, paesaggi peculiari. Quel che resta del nostro mondo passato attraverso molteplici di disastri.

Godzilla. Yamazaki shivered, recalling television images of Tokyo’s fall. He had been in Paris, with his parents.

Leggero, piacevole, sparisce in neanche una settimana, a cavallo di Natale. Mi accorgo soltanto alla fine di aver fatto la stessa mossa l'anno scorso con Pattern Recognition, un altro libro di William Gibson. Apprezzo la simmetria, ed i due racconti, in un modo simile.

Con questo ho letto i primi volumi delle quattro serie principali di Gibson. Ho visto il cyberpunk delle corporation e dello sprawl; il futuro prossimo (ora passato) del ponte di San Francisco, coperto di accampamenti; il presente (ora passato) di Pattern Recognition; la pluralità temporale di The Peripheral. I tempi cambiano, la complessità e profondità delle storie aumenta.

Approvo, non sarà l'ultimo racconto di Gibson che porto a casa.

Pagine e tasti

Dicembre sta finendo, e con esso il duemilaventi, con tutto il peso che la data si porta. Abbiamo superato i nove mesi di socialità limitata, lavoro da casa, e restrizioni varie. Dal mio punto di vista privilegiato non c'è molta utilità nel contarli, e continueranno per quanto necessario.

Siedo sulla solita poltrona. Le ferie quest'anno sono in Scozia: niente viaggi, niente tornare a casa, niente famiglia. Ma anche solo in due, in una casa scarsamente addobbata, è comunque Natale. Le festività si infiltrano anche nella mia scontrosa scorza. Il riposo è benvenuto, dopo quattro mesi di lavoro senza sosta. Forse avrei potuto prendere qualche giorno in più ad Ottobre, prima che calasse il buio.

Mentre la sera avanza nella calma, pagine sfogliate e tasti battuti sono gli unici suoni che fanno concorrenza ai rumori della strada, lontani. C'è ancora un po' di neve la fuori, ma nessuno in giro. L'anno si chiude, ma in realtà nient'altro. C'è ancora un sacco di lavoro da fare.