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La finestra ed il caos

C'è un periodo negli archivi, fra il 2011 ed il 2015, in cui i post si fanno radi e disconnessi, e la storia sparisce. È un periodo di instabilità, traslochi, e cambiamenti che un giorno vorrei raccontare. In quegli anni ho anche scoperto una cosa che in Italia davo per scontata: l'importanza della luce del sole che entra in casa.

La finestra della sala Non ho una foto del caos purtroppo, ma qua c'è la titolare finestra.

Al tempo del più recente trasloco, quattro anni fa, la ricerca della nuova casa già includeva la luminosità fra i parametri più importanti: no buio, no umidità, no muschio o muffette nei vasi delle piante. La priorità era tale che pochi minuti dopo aver visto questa enorme finestra bene esposta, avevamo deciso.

Da allora la finestra, quasi un'intera parete della sala, è rimasta un punto fisso. Nuvole permettendo, abbiamo luce diretta tutto l'anno, ed un piacevole effetto serra che alza la temperatura della stanza, e di tutta la casa. A volte persino in eccesso, al punto di dover chiudere le tende—un assurdo in questa città uggiosa. Il tavolo è giusto davanti, e la sedia a dondolo punta verso di essa. La finestra definisce questo appartamento, e lo rende accogliente. Negli anni, lo ha fatto diventare casa, il posto dove tornare.

Mentre la finestra era li, quasi un simbolo di stabilità, il 'divenire' non si è fermato: ho cambiato tre lavori, sono mancate persone importanti, e la politica ha preso strane direzioni. Il Regno Unito si è impantanato in un dramma diplomatico-sociale, un purgatorio di incertezza in cui ogni decisione è ripetutamente rimandata.

Da mesi era il momento di scegliere fra l'accettare i cambiamenti e restare, oppure emigrare. Restavamo sospesi, in attesa che una delle due opzioni avesse un chiaro vantaggio sull'altra. Ma spendere troppo tempo sospesi non è bene: ci si muove con forzata cautela, è difficile rilassarsi, e non si può investire in nessuna direzione. Avevamo discusso la situazione giusto a fine Agosto, arrivando alla conclusione di "probabilmente ci spostiamo, ma aspettiamo ancora 3-4 mesi, magari ha senso restare". Ancora in sospeso.

Poi un Venerdì, un paio di settimane fa, rientro dal lavoro e vedo davanti all'entrata del condominio un cartello “For Sale”—Vendesi? Cosa? Scopro che è l'appartamento sopra il nostro, con le stesse dimensioni e planimetria. E le stesse finestre. Passiamo un intenso fine-settimana a leggere documentazione e sommare numeri, poi Lunedì mattina discutiamo un'offerta d'acquisto, e per le tre di pomeriggio è accettata. Di solito comprare casa è più complicato, ma non ho mai creduto nel “di solito”, quindi ho ignorato la tradizione.

Quattro giorni sono stati sufficienti a ribaltare il “magari ci spostiamo in un altro paese” in un “ci fermiamo qua”. Le due opzioni erano così vicine, la massa di svantaggi così simile, che è bastata una piuma a spostare l'ago della bilancia. La piuma è stata la finestra che mi è stata davanti per anni, perlopiù trasparente, visibile solo quando sporca. Ci ha fatto amare questa appartamento, ci ha spinto a comprare una proprietà, e ci ha fatto fermare in una Scozia sull'orlo di due indipendenze.

La farfalla ha battuto le ali, ed il caos si rimescola.

Commenti

  • Abdul

    Oh la la! Occorre festeggiare ! (Cavolo già quattro anni? Devo fare un passo a trovarvi assolutamente!)

  • dreadnaut

    Si, eravate venuti in visita giusto 2-3 mesi che ci trasferissimo qua. Al tempo eravamo nella casa con la moquette viola e blu 😱