Sabato indolente

Teviot Teviot vuoto un sabato pomeriggio, in Luglio

Siedo su una vecchia poltrona un po' sgualcita in un bar chiuso, in un edificio con un numero di torri e scale a chiocciola superiore alla media.

Per chi è stato all'UoE, l'edificio di Teviot è uno di quei luoghi dove hai passato momenti normalmente non comparabili. Sono stato al cinema qua dentro, ho passato esami, ho bevuto birre, discusso lavoro e danzato stili opposti.

Questo pigro sabato pomeriggio sono uscito di casa per allontanarmi dall'amichevole ma insistente assedio del nuovo vicino strano, alcolista e bisognoso.

Ho vagato un poco per la città, messo piede in biblioteche e musei, ma fuggendo il crescendo turistico del centro ho trovato rifugio in questo edificio dell'università, quieto e vuoto in attesa del sabato sera. Tutto è calmo, e solo una minima sensazione di allerta accompagna il raro rumore di passi nelle scale. Nessuno sembra essere interessato alla mia presenza in ogni caso.

Accomodato in poltrona leggo, scrivo, ascolto gli Stereophonics in concerto sulla spianata del castello, ad un mezzo miglio da qua. Penso a gente lontana in Italia che non sento da tempo, o non sento abbastanza. Rimugino la possibilità di cambiare lavoro, e cerco di ricordare il sapore amaro di un cv che, la settimana scorsa, mi è tornato indietro con un "no grazie, troppo web." Per una posizione in PHP. Corridoi che si restringono?

Una persona entra di passo svelto nel bar, recupera qualcosa dietro ad uno sportello, e svanisce senza una parola. L'invisibilità funziona.