Zero History

William Gibson, 2010

Leggere questo libro non era nei miei piani, visto che chiude una trilogia di William Gibson di cui avevo solo il primo volume (Pattern Recognition) e che non ero interessato a leggere. Ma aveva una bella costa gialla, fluorescente sotto i faretti del negozio, così l’ho comprato. Si, neanche fossi un insetto.

Zero History è un thriller incentrato su... dei pantaloni? Oh, anche una giacca di jeans e ad un certo punto delle scarpe. Non è chiaro se qualcuno trovi le scarpe alla fine. Come gli altri due libri della serie, è un racconto di fantascienza “contemporanea” che si svolge da qualche parte nella prima decade di questo millennio. Niente astronavi, robot o alieni. Ci sono giusto dei droni, ma non i tipici quadrirotori di oggi.

La storia si svolge perlopiù a Londra, dove un pubblicitario sta investigando il taglio di nuovi pantaloni che assomigliano a delle uniformi militari. Il passo è apparentemente breve, in questo libro, per ritrovarsi implicato con trafficanti d’armi, paramilitari, malvagi responsabili di IT e sicurezza, ladri d’auto, etc. C’è un po’ di tutto, e Gibson riesce a mescolarlo bene, mantenendo la mia sospensione dell’incredulità.

Lo finisco di ritorno dalle vacanze. È il terzo libro in rapida successione, e forse per questo mi lascia contento, ma stanco. Ho esagerato, e finisco per prendere una lunga pausa senza letture. Passeranno più di due mesi prima che scriva queste poche parole, e solo a questo punto ho ripreso in mano altri libri. Cercherò di riprendere con moderazione.