Solaris

Stanisław Lem, 1961

Passando in libreria in cerca di selvaggina qualcosa da leggere, pesco il volumetto di Solaris, più volte suggeritomi da Alcaris. Scritto negli anni ‘60, mi vergogno un po’ di non averlo mai letto. Lo apro con in testa già un’interpretazione: ne ho visto ed apprezzato la versione di Tarkovsky, tre lunghe ore di cinema sovietico. Già dalle prime immagini influisce sulla mia idea del testo, dai personaggi agli interni della stazione scientifica in cui si svolge la storia, a mezz’aria nell’atmosfera del pianeta Solaris. Mi manca, sorprendentemente, il lento, lungo ed inspiegabile pezzo di autostrada giapponese all’inizio del film.

La stazione, come il palco di un teatro, è dove si svolge l’intera storia. Dalle sue finestre si scorge l’ampia superficie del pianeta, ma i pochi personaggi non lasciano mai il piccolo mondo di stanze e corridoi. Il protagonasta è un accademico, uno scienziato-psicologo-esploratore mandato ad integrare la missione di esplorazione di Solaris, e del suo immenso oceano: un fluido apparentemente senziente che ricopre il pianeta, in grado di costruire effimere ma incredibilmente complesse strutture il cui scopo resta un mistero. Da decenni sembra ignorare gli esseri umani che lo studiano, ed ogni loro tentativo di comunicazione.

La scoperta dell’oceano, inizialmente enorme ed importante, è pian piano diventata una frustrazione per l’umanità incapace di comprenderlo. Sono passate decadi, l’entusiasmo ed i fondi sono diminuiti—gli incidenti non hanno aiutato. Solo gli scienziati più convinti sono rimasti a studiarlo. Quelli magari un po’ fanatici, pronti ad esperimenti più rischiosi. Ed a modo suo, forse l’oceano sta rispondendo. Poche ore dopo il suo arrivo, il protagonista si ritrova già a mettere in dubbio la propria salute mentale.

È una storia breve alla fine, ma interessante. Mi vengono in mente numerosi libri che devono aver preso spunta da essa, dalla prospettiva che Stanisɫaw Lem usa per mettere a confronto l’umanità, tutti i suoi sforzi, e l’immenso mistero dell’universo. A metà strada fra l’hard ed il soft sci-fi, è incentrato sulle persone ma scientificamente rigoroso. Forse fin troppo, visto che un paio di capitoli sono lunghe literature review che riassumono anni di studi su Solaris ed il suo oceano. Ma se il formato può essere pesante, anche questi capitoli sono utili, e costruiscono il mondo attorno alla storia.

Come introduzione alla produzione di Lem, ne sono contento. Vedrò cos’altro mi capita davanti la prossima volta che passo in libreria.