Seveneves

Neal Stephenson, 2015

Finalmente ho letto “Seveneves”. Non è stato difficile, non ha richiesto lunghi viaggi o strane avventure. Ho solo dovuto aspettare il Momento Giusto™.

Avevo divorato il primo capitolo nel 2015, al momento della pubblicazione, ed adocchiato il volume in libreria. Al tempo però la pila “da leggere” in sala era troppo alta, e mi sarei sentito colpevole ad aumentarne lo spessore. Solo 14 mesi dopo, alla fine dell'Agosto del 2016, ho acquistato il paperback e l'ho aggiunto alla fidata Billy. Li è rimasto ad invecchiare per altri 14 mesi, fino a Venerdì scorso, quando l'ho preso e messo nello zaino per la discesa in Italia.

Cinque giorni dopo raggiungevo la fine di pagina 867 e chiudevo soddisfatto il volume. Erano le tre di notte, una gamba si era addormentata ed potevo muovere il collo, intorpidito dall'ignobile posizione diagonale sul letto, solo con molta cautela. Pochi minuti dopo, dormivo pesante.

Leggerlo in così poco tempo è stato quasi uno spreco, ma è la velocità tipica dei giorni di vacanza. Capitoli molto lunghi (sebbene con qualche sezionamento) mi hanno dato facili scuse per continuare a leggere fino ad orari vergognosi.

È difficile parlare di Seveneves senza spoiler piccoli e grandi. La descrizione più onesta è “la luna esplode”, la prima frase del libro. Da li Stephenson costruisce una complessa epica, piena di sfaccettature, di cui è protagonista l'umanità di un circa-oggi, e di un futuro più lontano. Una storia ottima, un piacevole misto di hard science fiction che rimanda al periodo classico ed ai pionieri spaziali, e di argomenti soft favoriti dagli autori moderni, come psicologia, cultura e comunicazioni di massa.

Ampio, preciso, interessante. Andatelo a leggere.