
Nudge
Nudge è apparso su un giorno su un ripiano della libreria. È rimasto li per un paio di settimane, aspettando che qualcuno—chiunque!—avesse tempo per leggerlo. Sono passato da quelle parti la sera giusta, ed è successo.
Nudge è un saggio di “economia comportamentale” (behavioural economics se preferite) incentrato sugli effetti che la struttura di una scelta può avere sull'individuo a cui viene chiesto di scegliere. Il punto di partenza è l’osservazione che non esiste una domanda “neutra”: ci sarà sempre un primo elemento in un elenco, un’opzione predefinita, oppure la mancanza della stessa—cioè lasciare all'individuo l’onere di investigare la questione. Se dobbiamo scegliere la struttura, gli autori propongono due principi: lasciare libertà di scelta, ma indirizzare (via default o altro) verso la scelta che massimizza l’utile per l’individuo. La questione è complessa e ci sono mille opinioni sull'argomento, dal contesto tecnico a quello morale.
Il contiene poca teoria e tanti esempi e suggerimenti—forse troppi per me. Sembra destinato a chi lavora per un governo ed in effetti, fra il 2008 ed oggi, ha avuto successo in quell'ambito. Grazie al libro o no, numerosi governi hanno preso in considerazione l’importanza di porre domande nel modo giusto ed adottato la scienza dietro a Nudge. L’edizione che ho letto è quella “finale”: ci sono sezione estese per rispondere a commenti od aggiustare il tiro, un po’ come leggere la seconda parte di un dibattito. Thaler e Sunstein, gli autori, prendono in rassegna i risultati ottenuti nei 13 anni dalla prima edizione: a volte ha funzionato, altre no.
Interessante la sezione sui trapianti di organi ed il consenso sottointeso. In molti paesi dove questo è stato implementato, la pratica delega la decisione finale ai parenti del donatore, quando questo non ha più voce, e nel momento peggiore per chi gli era vicino. Il risultato è gente traumatizzata che all'ultimo nega il consenso. Gli autori propongono ‘no’ come default, abbinato ad un registro dei donatori. Per incentivare la scelta, in una direzione o nell'altra, la si può abbinare alla richiesta di altri documenti, come patente o identità.
La questione di come strutturare una scelta è qualcosa che ho spesso in mente: sono pensieri che finisci per avere se costruisci interfacce, o se ti aggiri spesso sul web. Comprare qualcosa o prenotare un aereo via internet è un labirinto di scelte e nudges, spintarelle. Noto quelle più evidenti, ma ci saranno mille dettagli che mi sfuggono, eppure hanno un effetto. In che direzione mi stanno spingendo? Probabilmente a spendere di più.
Ho apprezzato la prospettiva di questa seconda edizione, e la retrospettiva sulle questioni che avevano studiato anni prima. Per quanto leggerino, Nudge è un’interessante lettura per considerare le sfaccettature di problemi sociali, e di come la gente si avvicina a scelte importanti.