1Q84

Haruki Murakami, 2009

Avevo rimesso Murakami sullo scaffale giusto un anno fa, lasciando la porta aperta ad un terzo libro. Non avevo piani precisi, ma il terzo libro è apparso per Natale, in regalo dal cognato perché “A te piacciono i libri spessi e strani.” È un giudizio un po' grezzo forse, ma non incorretto, e la trilogia di 1Q84, rilegata in un singolo volume da 1300 pagine ed oltre, si è rivelata una apprezzabile epica del weird.

Togliamo un dubbio di mezzo: il titolo è un gioco di parole Giapponese. L'anno 1984 si leggerebbe ichi-kyu-hachi-yon, dove kyu suona come Q pronunciato all'Inglese. Posso tradurlo in mille-quecento-ottanta-quattro e farvi venire il mal di pancia. La storia si svolge in quell'anno, ma i protagonisti capitombolano in una realtà parallela, le cui differenze si dimostrano via via più grandi e pericolose, e da cui cercano di uscire.

Come negli altri due libri di Murakami che ho letto, la storia segue due personaggi a capitoli alternati, le cui storie sono separate ma evidentemente destinate ad unirsi. La tensione a convergere è forte, ma ci mette 400 pagine di troppo. Lo strano si dilunga, prende vie secondarie, ammassa descrizioni ed erudizione. Fa un passo nell'orrore grottesco, un passo in quello psicologico, ma non ci si addentra. Al centro del racconto restano le lente e difficoltose traiettorie convergenti dei due protagonisti.

Sono indeciso sul giudizio: da un lato la lentezza e lunghezza si fanno notare durante la lettura; dall'altro, l'ho finito comunque in un mese, ad una media di 50 pagine al giorno. Forse ha qualcosa in comune con un lunghissimo film di Tarkosvky, dove i tempi lunghi sono uno strumento per lasciare spazio ai pensieri spettatore?

Alla fine, quello che conta è che ho chiuso 1Q84 soddisfatto. Lo rimetto sullo scaffale, e considero l'investigazione di Murakami conclusa.