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Istantanee

A green valley rising in the distance, Holyrood Park, Edinburgh Centro metri dietro casa, faccio finta di essere nel nulla.

Forse in contrasto a La Situazione ormai rarefatta, quest’anno è pieno di cose da fare, da leggere, da rincorrere. Mi sembra siano passati mesi dall'ultima volta che mi son seduto a considerare il divenire. La sensazione è corretta, quindi faccio ammenda.

Niente giornate calde a Marzo o Aprile, quest’anno, ma l’esplosione di verde brillante delle nuove foglie è arrivata in anticipo, mentre meli, ciliegi e pruni fiorivano tutti allo stesso tempo. Rispettivamente bianchi, rosa e fucsia, su uno sfondo di tronchi scuri per la pioggia, come fuochi d’artificio immobilizzati, ma petali ovunque al minimo soffio di vento. Sfuggiamo dalla città per un fine settimana, e troviamo il sole nelle highlands. Nella stazioncina vittoriana di Pitlochry scovo un microscopico negozio di libri di seconda mano, un libro per una sterlina in beneficenza. Gliene lascio cinque, ma mi trattengo e porto a casa solo un volume. Mi spiace che negozi simili non esistano in patria, a tenere in movimento libri ed oggetti, invece di condannarli ad invecchiare su un ripiano, o a gonfiarsi in una cantina umida.

A Maggio ecco una manciata di bandiere per l’incoronazione; appassiscono in un paio di settimane, più rapide dei fiori. Mentre cercano di garrire nella nebbia, faccio un passo a Berlino e mi riscaldo. Rientro con rinnovati ma vaghi pensieri sul quotidiano scegliere di fare cose, o di sedersi in poltrona. Il disgelo continua: finisco a camminare su una fettuccia, a teatro a vedere Guards Guards, organizzo cene. La chitarra mi ha donato nuovi calli sulla punta delle dita, e l’idea di comprarne una nuova è passata in secondo piano. Quella che ho suona meglio quando la suono, che appoggiata in un angolo.

Arriva Giugno e l’orbita terrestre fa il suo lavoro, relegando il tramonto in seconda serata, Ma il caldo tiepido è in ritardo: se anche esco in camicia, lo zaino contiene uno strato di lana quando il sole non picchia senza ostacolo. Si avvicinano tre anni sullo stesso posto di lavoro—un record! La ditta perde qualche punto con la decisione di riportare tutti in ufficio per due giorni alla settimana. Non è così utile, quando spendo la maggior parte della giornata collaborando con persone in remoto: posso scegliere fra ambite sale riunioni, dove sono costretto sul piccolo schermo e la triste tastiera del Mac, oppure rallegrare l’open space con la mia voce, incerto del mio volume mentre indosso cuffie.

L’esperimento del manager continua, nella sua stranezza. Sono attratto da un nuovo tipo di lavori, per portare avanti i quali devo prendere in considerazione una dozzina di persone fra due ditte e gestire interfacce, non fra componenti di un’architettura, ma fra dipartimenti. In corollario alla legge di Conway, un buon decoupling degli esseri umani permette di costruire sistemi migliori e ridurre i rischi. Per quanto suoni assurdo, mi sento a casa a risolvere alcuni problemi organizzativi perché sembra di scrivere codice. Guard statement? Assicurati che tizio abbia capito. Gestire casi particolari? Parlare con caio. Serializzare output? Discuti con sempronio e team. Il sorgente è di solito comunicazione scritta, che merita tanta attenzione quanto il codice: magari “compila”, ma se non sei preciso ti ritrovi in mano qualcosa di incorretto o, peggio, non deterministico. Un altro ciclo di chiedi-documenta-discuti di solito corregge il problema immediato. Per questa volta, magari anche per le successive.

Commenti

  • Kairos2020

    Sono un amante del genere fantasy, e i romanzi di Pratchett che ho letto mi sono piaciuti molto, il mio preferito è 'Maledette piramidi', mai avrei pensato fosse possibile trasporre 'a me le guardie' in una opera teatrale, dato che non esprimi un giudizio devo dedurre non sia un'operazione riuscita?

  • dreadnaut

    Tutt'altro, era un ottimo spettacolo! Ho apprezzato i fermo-immagine quando la narratrice, seduta in poltrona da un lato del palco, che aggiungeva piccoli dettagli scherzosi esattamente come nei libri. Pratchett si traduce bene in una comicità "fisica", e c'erano anche alcune battute originali della sceneggiatura, cosa che puoi fare solo con persone su un palco, che si inserivano bene con il resto. La compagnia teatra ha pubblicato alcune foto.

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