Articoli per gennaio 2020

Altri Futuri

Autori vari, 2019

Altri Futuri è un regalo di Natale, quindi non è colpa mia se è l'ennesimo libro di fantascienza che leggo. È qualcosa di insolito però: una raccolta di storie brevi, tutte di autori italiani. Di fronte ad un libro sottotitolato “Il meglio della fantascienza italiana indipendente 2018”, avevo aspettative medio-alte.

Apro il libro sul treno per Genova. Sto andando ad incontrare una imprecisata massa di reduci del DISI, vent'anni dopo l'immatricolazione. Il gruppo, diminuito da un numero di assenze previste ed impreviste, si sarebbe assestato in serata su una sporca mezza dozzina. Seduti attorno ad un piatto di antipasti, si discute di birre artigianali, ma soprattutto dell'ambiente lavorativo informatico della Liguria. Ascolto, per lo più, ma ogni tanto contribuisco al mugugno.

Non vorrei però lamentarmi troppo di questo volume. La maggior parte delle storie sono piacevoli, un paio interessanti. Alcune esagerano magari nell'invenzione, e mi lasciano interdetto. Una mi annoia pesantemente.

La visione fornita da un ingrandimento fulmineo della scena lo colse impreparato. Lesse su strane tavolette luminescenti un nome che non conosceva [...] Vide intrinseca a quel nome un'epopea che non avrebbe saputo nemmeno immaginare, qualcosa che parlava di solenni gesta di un semidio [...] Immagini di dominazione a contatto regolavano il sistema statale con una complessità che estendeva l'imperium sui luoghi, ma anche — “incredibile a dirsi” — sul tempo.

Mi ricorda un po' di Accelerando, fitto fitto di neologismi (e chiaramente difficile da tradurre), ma anche pesanti libri accademici. La fantascienza è stata a lungo un genere non italiano: a noi arrivano le traduzioni, buone o pedanti, di opere principalmente in inglese. Così da un lato, come celebra “Altri Futuri”, è importante notare che la qualità e quantità delle opere nostrane sono in crescita. Dall'altra, mi preoccupa leggere qualcosa che sembra proprio una di quelle traduzioni più lossy. Mi sorge il pensiero, magari pignolo ed elitario, che le storie che ho letto siano buone, ma la soglia è bassa.

Una piacevole caratteristica dell'antologia sono le brevi introduzione ad ogni racconto. Fuori dal giro del sci-fi italiano, ho scoperto pubblicazioni e premi sconosciuti. Se volessi leggere tanta fantascienza—ah!—potrei estrarne una lista di titoli. Noto anche che la maggior parte degli autori sono nati attorno agli anni '60, e mi chiedo: dove si nascondo quelli della mia generazione? O quelli ancora più giovani?

Ripenso ad un amico o due, che a volte hanno menzionato interesse nella scrittura, ma non hanno mai pubblicato nulla, o nulla di coesivo o completo. Vorrei potergli dare una spintarella motivazionale, e finalmente leggere le loro storie. Il panorama è vasto, e l'essere all'altezza è spesso un limite interno.

Raggiungo la fine del libro sul volo con cui mi lascio alle spalle la Riviera. Le vacanze sono finite, e ritorno in terra anglofona e più fantascienzoproduttiva. Devo convincere più gente a scrivere.

I libri del 2019

Un'altra pila di libri Meno fantascienza del solito!

Con l'immancabile sprint delle vacanze natalizie, si chiude un altro anno di letture. Potrei interpretarne l'elenco, che di poco non ha raggiunto la dozzina, come un piccolo passo indietro. Addurrò invece come scusa l'aver comprato casa: è una motivazione ottima, da sola causa di cento cose non fatte negli ultimi quattro mesi. Undici libri è un ottimo risultato.

Sono meno contento invece della scarsa varietà di libri, e dell'essere ricaduto nel fantastico abitudinario. Il lato “saggistica” si è arenato su un ostico volume, troppo accademico, mal scritto, e noioso.

Pinker mi ha reso meno paziente nei confronti di questo genere di scrittura, che da priorità ad un qualche ideale di “correttezza”, a scapito della comprensione.

[...] making them vulnerable to displacement through orienting to currently unattended events, as indicated, for example, by physical changes in the environment, or events having either personal significance or primed by recent cognitive activity.

[I.e., le persone possono essere distratte da quello che accade attorno a loro, o mettersi a pensare ai fatti propri.]

Lasciar perdere questo libro potrebbe essere una buona idea. Per il momento, testardo, considero la lettura ancora in corso.

Ho abbandonato però Annihilation di VanderMeer, a neanche un quarto. Non apprezzo storie dove la pretesa di un mistero è usata per giustificare una serie di invenzioni senza spiegazione. Ho dato un'occhiata al resto della trama su Wikipedia, e mi è sembrata triste e vuota, quindi non ne valeva la pena.

Ho l'impressione, nei mesi passati, di aver ricevuto meno suggerimenti di libri inaspettati, capaci di portarmi fuori dal sentiero ultra-battuto della fantascienza. Forse ho parlato con meno persone? O con persone meno diverse? Dovrò tenere conto di questo fatto, e cercare di compensare.

Intanto, se avete un titolo non di fantascienza per me, lasciate un commento sotto!

Uno sguardo al 2019

Di tanto in tanto cado nell'errore di non raccontare cose con l'idea che sia passato un imprecisato “troppo tempo”. Questa non dovrebbe essere una buona ragione: non pubblico cronaca, e quello che faccio questo mese non rende lo scorso meno importante. O l'anno precedente.

Raccolgo perciò qua pezzi di 2019 che non ho documentato sul momento, ma che il futuro me vorrà rileggere.

Viaggi e movimenti

York Minster Torri, mura, roba vecchia.

Il 2019 è stato punteggiato da brevi gite, niente grandi viaggi. È interessante come queste siano disposte agli estremi dello spettro organizzativo: un paio pianificate in dettaglio con mesi di anticipo, un paio appena il giorno prima, o lo stesso!

All'inizio di Marzo ho incontrato il Proppo a York, a metà strada fa Edimburgo e Londra. Abbiamo percorso mura, evitato di poco acquazzoni, fotografato oche e statue di gatti. Il viaggio in treno lungo la costa est è sempre piacevole, e lo preferisco alle code in aeroporto.

L'estate qua è la stagione dei moschini, ma anche l'unica in cui campeggiare è accettabile. Oltre alla gita nell'Assynt, alla fine di Agosto c'è stato anche un caldo fine settimana (l'ultimo) in cui abbiamo buttato tre cose nello zaino e siamo partiti. Treno fino a North Berwick, e poi a piedi lungo la costa. La sera, seduti accanto alla tenda in riva al mare, la nebbia è scesa a cancellare ogni suono—a parte le sirene delle navi che percorrono l'estuario del Forth. Così simile, e così diverso dall'anno scorso, quando la tenda era piantata a metà di una costa rocciosa alle Lofoten, ed il rumore più forte era il sibilo delle ali di un qualche rapace, alto sopra la testa.

Vienna Il parco del Palazzo di Schönbrunn

Nel mezzo di queste due gite, sono finito a Vienna attorno a ferragosto. Il sole era bollente, ma la città è abbastanza verde e ventilata da non renderlo un problema. Li ho incontrato Alex ed una manciata di personaggi giunti da punti vari dell'Europa, e vagato per la capitale austriaca. Una piacevole città, ma forse ho visitato troppe capitali centro-europee negli ultimi anni, e si perde nel mucchio. Quest'anno cercherò di organizzare qualcosa fuori dall'urbano.

Oh, a fine Luglio sono passato in Italia, ma giusto per pochi giorni. Ho avuto l'occasione di andare a nuotare, che mi rende sempre felice. Mi mancano quelle estati lunghe tre mesi, durante i quali l'acqua è un luogo come un altro, in cui spendere ore. In Liguria ci sono meno moschini, ma più zanzare: resta incerto il giudizio su cosa sia peggio.

Nel frattempo la macchina fotografica ha raggiunto la soglia dei 9999 scatti, ed il contatore è tornato a zero. Ma se le foto si ammucchiano sul disco (e sul backup, e sul contro-backup), da anni non ne faccio molto. Qua sul sito finiscono quadrati estemporanei e poco altro. Un po' come il Proppo, devo trovare un modo di pubblicarle che mi soddisfi, e forse non è su queste pagine.

Queste pagine

Per quanto voglia evitare la categoria “meta”, la salute di queste pagine è qualcosa a cui penso di tanto in tanto, ed in qualche modo riflette la mia salute. Scrivere è riordinare quello che ho nella testa, ragionarci sopra, spiegarlo a me stesso. E ragionare sullo scrivere è sì meta, ma è comunque uno dei pensieri.

In questo senso il 2019 è stato un campo di battaglia, dove creare momenti per scrivere è stato difficile, ma possibile. La Reconquista non ha ancora prodotto risultati, e digito queste parole di nuovo in libreria. Ma non mi do per vinto: la sala di casa tornerà a conciliare lo scrivere, un giorno. Da questo punto di vista traslocare in un appartamento identico è stato un passo falso: non cambiando l'ambiente, non mi è apparso un posto nuovo, ed ho mantenuto le stesse abitudini.

Rendere visibili le categorie è stata una soddisfazione, in particolare vedere l'elenco di sogni e storie. Sarebbe bello se quelle due liste si allungassero. Ne ho un paio di vecchie già pronte—non ho ancora reintegrato gli archivi!—ma altre sono soltanto bozze, ed aspettano che presti loro attenzione.

Ho usato poco la possibilità di salvare bookmark, forse perché non c'è un archivio per andarli a rivedere, e di rado anche il collegamento a micro.blog. È giusto che ci sia però, uno sforzo di socialità come le mie saltuarie apparizioni al CodeBar qua in città. Di natura mi trovo a mio agio da solo, non sento il bisogno di una tribù, ma forse è più vezzo che meditata scelta. E come mi sto abituando al sapore del cocco, così l'aggirarmi fra sconosciuti non può che allargare l'orizzonte.