permalink

Quando i tetraedri emergono dalla terra.

La sponda di un fiume, da cui emergono tetraedri di cemento armato; sullo sfondo case, cavi elettrici, ed una collina coperta di alberi.

permalink

Tradizioni giapponesi si incontrano.

Un carro tradizionale giapponese, rosso e dorato e pieno di lanterne, di fronte ad una tenda con sopra disegnato Hello Kitty; sullo sfondo il cielo nottorno, e cavi elettrici

permalink

Il contatore

Il retro di un negozio, con un contatore del gas sovradimensionato, numerosi tubi, un paio di ombrelli, una porta a vetri dalla quale esce l'unica luce; il tutto in sfumature di grigio, a parte due casse di birra Asahi gialle, in primo piano.

permalink

La diga aspetta, ed intanto osserva.

Un canale bloccato da una diga che sembra avere orecchie ed occhi. Sullo sfondo una montagna, e nuvole dense

permalink

Godzilla approva il ramen piccante.

Una statua di Godzilla, con in mano un paio di bacchette ed una ciotola di ramen da cui escono fiamme. Ai suoi piedi, l'insegna di un ristorante.

permalink

Traffico a Tokyo, sempre meno di quanto te ne aspetti.

Una strada a quattro corsie vuota, alberata, e circondata da grattacieli in vetro, squadrati e regolari

permalink

L'aeroporto di Narita, tranquillo ed un po' alieno alla mattina.

Un gruppo di edifici squadrati, bianchi ed anonimi, fra due torri di controllo. In primo piano carrelli per i bagagli sulla pista dell'aeroporto, sullo sfondo il cielo limpido della mattina.

Nessun commento

La volpe dietro l'angolo

Con l'arrivo dell'autunno ho ripreso a correre. Déjà vu? Riprendo a correre più volte di quanto vada a correre. Correre non mi attrae particolarmente, ma è un'attività sana che mi da un motivo per uscire nei mesi in cui il mondo è buio e spiacevole al tatto. È anche parte di un generale interesse nel rimanere in forma: tenere il fisico in condizioni decenti adesso è un investimento per il futuro.

L'esperienza del correre è assai diversa da quella che mi ricordo decadi fa, quando mi aggiravo nell'atletica leggera. Ho una più chiara immagine di come funziono, dei miei movimenti, di quali muscoli stiano lavorando e quali no. Osservo il ritmo, ascolto il fiato, il rumore dei passi. Li cambio ed esperimento. Se un dolorino si fa notare, so come rilassare il muscolo in questione e spostare lo sforzo su altri. Ho risolto l'ITBS prestando attenzione alle ginocchia, imparando a diminuire la tensione di certi muscoli. Non ricordo questa consapevolezza e controllo quando facevo giri di campo in gioventù. Forse è il correre da solo nella notte? Forse sono i super poteri che arrivano con l'avanzare degli anni?

Una strada attraversa un'entrata composta da quattro colonne, con sopra lampioni, la notte

Una mattina mi sveglio più presto del solito, e mi scopro uno di quei personaggi strani che vanno a correre prima di andare a lavorare. Prima di fare colazione! Una cosa che trovavo inconcepibile, finché non l'ho fatto. Mi torna in mente l'importanza di non un essere ostacolo per me stesso, neanche involontario.

Non dissimile dal camminare, correre è una scusa per esplorare strade secondarie, zone residenziali, quartieri limitrofi nei quali non avrei altrimenti ragione di addentrarmi. Ed è sorgente di piccole sorprese ed avventure. Mi distraggo a guardare le foglie rosse di un acero, e sbaglio stradina: scopro un vicolo cieco, chiuso da edifici vittoriani mai visti prima. Giro un angolo, una sera al buio, ed incontro una volpe. Incrociamo lo sguardo un momento, poi ci passiamo accanto condividendo il marciapiede come se fosse normale. Sarà normale, da questo momento in poi.

Mi ritrovo davanti alla casa dove ho abitato l'anno dell'Erasmus. Attraverso la finestra della sala scorgo nuovi mobili; passo nuovi edifici dove una volta era un parcheggio. Probabilmente non c'è più nessuno che conosco nell'intero campus. È il posto che mi ricordo, ma anche un luogo diverso. In un momento di filosofia spicciola mi chiedo: a che punto cambia identità? Esiste un posto a priori, o solo esperienze di esso, che condivido con altri ed il me-passato? Qualcuno nell'antica Grecia deve aver già considerato queste cose. Il posto dove ho vissuto che rimane con me, ma ce n'è uno nuovo, osservato da un diverso io. Ne porto via l'esperienza, di corsa, e poi la metto per iscritto.

permalink

Tramonto sul castello di Edimburgo

In cima ad una rocca, edifici in pietra, parte del castello di Edimburgo, circondati dalle mura, il tutto illuminato dalla luce di un limpido tramonto.